Tailoring, stratificazioni e la ricerca della libertà
La collezione Ujoh AI25/26, presentata al Palais de Tokyo durante la Paris Fashion Week, si distingue come una delle visioni più avvincenti della stagione. Mentre i top brand faticano a trovare un’identità creativa – spesso ridotti a titoli assurdi sui direttori creativi – i designer emergenti ridefiniscono con audacia la narrazione. Infatti, sono proprio gli emergenti a portare concetti nuovi e un significato più profondo nel panorama della moda.
Paris Fashion Week: sfilata Ujoh AI25/26
Per la sfilata autunno-inverno 2025, Aco e Mitsuru Nishizaki di Ujoh hanno tratto ispirazione dagli anni formativi della gioventù giapponese. Anni plasmati dall’onnipresente uniforme scolastica. Infatti, questa collezione è un omaggio agli anni ’90. Ossia, un decennio in cui gli studenti delle scuole superiori, ribellandosi silenziosamente alla rigidità delle norme consolidate, iniziarono a creare una propria identità sartoriale. Attraverso un tailoring meticoloso e una stratificazione innovativa, Ujoh decostruisce i codici strutturati, rivelando un profondo senso di libertà e individualità.
In questo guardaroba reinventato, le silhouette catturano la sfida stilistica dell’epoca. Un cardigan oversize drappeggiato con nonchalance su una gonna asimmetrica sfida la rigidità della tradizione. Mentre scaldamuscoli fluidi riecheggiano i celebri calzini larghi, un tempo simbolo della ribellione silenziosa di una generazione. Questi elementi, sia nostalgici che visionari, parlano di uno spirito anticonformista che continua a risuonare con forza ancora oggi.
UJOH AI25/26 Paris Fashion Week – Guarda la sfilata
La collezione ha sapientemente fuso l’uniformità strutturata con dettagli decostruiti, reinventando il tailoring asimmetrico, caratteristico di Ujoh. Gli abiti, pilastro della maison, sono apparsi in gabardine di lana e flanella spazzolata morbida. Giacche corte con parte frontale a linguetta nei toni del marrone, grigio e blu navy, abbinate a gonne a mezza lunghezza o shorts, accentuate da tocchi di lime o azzurro. Colletti ibridi hanno unito un taglio classico a scollature ispirate alle divise marinare. Mentre maglioni oversize da rugby e gonne plissettate rievocavano lo spirito di ribellione dei cortili scolastici.
Dettagli nostalgici ma creativi: scaldamuscoli cadenti, gonne trapuntate lucide in poliammide riciclata. Ma anche un delicato ricamo floreale su una gonna tagliata in sbieco – riferimento ai bulbi di tulipano regalati agli scolari giapponesi. La ricchezza delle texture è emersa negli jacquard tessuti a mano e nei cappotti di finta pelliccia stratificata. Mentre una giacca aviatore in shearling nero ha evidenziato la maestria di Ujoh nei capispalla.
La sfilata si è conclusa con le modelle sedute con nonchalance su sedie scolastiche vintage, mentre chiacchierano e ridono. Un momento di spontanea spensieratezza che ha catturato perfettamente l’equilibrio della collezione tra struttura e ribellione. Ujoh AI25/26 è stato un chiaro omaggio alla ribellione giovanile, una fusione tra passato e presente con un fascino disinvolto.
Considerazioni finali
La sfilata di Ujoh AI25/26 alla Paris Fashion Week è stata più di una semplice esibizione di tailoring innovativo e silhouette stratificate. È stata una celebrazione della libertà e dell’individualità. Ispirandosi alle ribellioni silenziose dei giovani giapponesi degli anni ’90, il duo di designer ha creato una narrazione profondamente personale e al tempo stesso universalmente risonante. In un panorama della moda dominato da brand ancorati a proposte inconsistenti, Ujoh si distingue come una voce audace di reinvenzione. Infatti, il giovane brand dimostra che il vero lusso risiede nel coraggio di sfidare le norme e abbracciare l’inaspettato. In definitiva, questa collezione è stata più di un omaggio al passato. È stata una visione affascinante per il futuro – un futuro in cui ribellione e raffinatezza coesistono in perfetta armonia.