Sconti indiscriminati: una pratica fuori controllo

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Camera Showroom Milano si mobilita per regolamentare gli sconti


Abbiamo spesso affrontato il tema degli sconti indiscriminati, una pratica che è sfuggita di mano. Quello che un tempo era uno strumento strategico per i saldi di fine stagione è diventato un fenomeno disponibile tutto l’anno. Fenomeno che mina sia la sostenibilità economica che ambientale.

I saldi, nella loro forma attuale, sono una strategia miope che alimenta comportamenti d’acquisto compulsivi e perpetua un ciclo produttivo tossico. L’industria della moda è uno dei principali responsabili della triplice crisi planetaria: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento. Contrastare modelli di consumo e produzione insostenibili è uno degli obiettivi chiave delle recenti linee guida delle Nazioni Unite. In questo contesto, l’iniziativa di Camera Showroom Milano (CSM) rappresenta un passo avanti benvenuto. Finalmente, verrebbe da dire…

A prima vista, gli sconti disponibili tutto l’anno potrebbero sembrare vantaggiosi per i consumatori. Tuttavia, la realtà è molto più complessa. Non solo danneggiano l’immagine del Made in Italy, come sottolinea CSM, ma nuocciono anche ai clienti finali. Come? Svalutando i prodotti e promuovendo una cultura del consumo basata sul prezzo piuttosto che sulla qualità e sull’artigianalità.

Camera Showroom Milano: contrastare gli sconti indiscriminati


In un recente comunicato stampa, CSM ha evidenziato come gli sconti disponibili tutto l’anno, pratica comune tra i rivenditori. danneggino la filiera del Made in Italy. Secondo la normativa vigente, una volta acquistati i prodotti, i rivenditori sono liberi di rivenderli a qualsiasi prezzo. Compresi sconti elevati, in qualsiasi momento dell’anno.

Questa pratica mina il valore dei prodotti e lo sforzo creativo che c’è dietro, destabilizzando al contempo il settore retail. Erode la fiducia tra i brand e i consumatori, poiché i prodotti sono percepiti come oggetti usa e getta, non più come beni desiderabili.

Il problema è particolarmente evidente per i prodotti Made in Italy distribuiti nel mercato europeo. Infatti, i negozianti spesso rivendono gli articoli senza rispettare le regolamentazioni sui prezzi pensate per proteggere l’integrità dei brand. Di conseguenza, il periodo di vendita dei prodotti a prezzo pieno si è ridotto a soli due o tre mesi. Ciò causa danni significativi ai singoli operatori, al settore nel suo complesso e all’intera filiera.

CSM sottolinea che la costante disponibilità di sconti ha trasformato l’acquisto di prodotti di moda e Made in Italy da un atto prestigioso e intenzionale in una corsa al prezzo più basso. Questo cambiamento non solo svaluta i prodotti, ma mina anche la sostenibilità a lungo termine del settore.

Soluzioni proposte: un appello all’azione collettiva per porre fine agli sconti indiscriminati


Per affrontare il problema, CSM richiede il supporto delle istituzioni e la ripresa di accordi specifici tra produttori e rivenditori. Questi accordi imporrebbero il rispetto dei prezzi di vendita suggeriti dai brand fino all’inizio dei periodi ufficiali dei saldi, a luglio e gennaio di ogni anno.

CSM sottolinea la necessità di regole chiare e condivise per garantire che le politiche di sconto siano in linea con le dinamiche di mercato e rispettino gli sforzi di tutti gli attori coinvolti, dai singoli operatori all’intera filiera. L’azione collettiva, sostengono, è essenziale per regolamentare efficacemente il mercato retail. Ciò include la promozione di una collaborazione tra piccole e medie imprese manifatturiere e rivenditori. Collaborazione con un focus sulla lealtà commerciale. L’obiettivo è mantenere i prezzi di vendita consigliati dai brand fino all’inizio dei periodi di saldi, creando un ambiente di mercato più equo e bilanciato.

Un problema più profondo: il ruolo dei brand e delle showroom


Sebbene la proposta di CSM sia un passo avanti, solleva una domanda cruciale: brand e showroom sono pronti a smettere di richiedere budget sempre più elevati ai rivenditori?

Il sistema attuale funziona in un circolo vizioso (abbiamo approfondito l’argomento qui). I brand impongono ai rivenditori requisiti di budget minimi, che spesso aumentano stagione dopo stagione. Per soddisfare queste richieste, i rivenditori acquistano più di quanto riescano a vendere, generando overstock. Questo eccesso di scorte, a sua volta, spinge i prezzi al dettaglio durante la stagione per compensare le perdite subite durante i saldi di fine stagione.

Per smaltire l’inventario in eccesso, i rivenditori ricorrono a promozioni, ribassi e sconti frequenti, alimentando ulteriormente il sovraconsumo. Questo ciclo si autoalimenta, collegando produzione e consumo in un modo che danneggia sia l’industria che l’ambiente.

Tra l’altro, meriterebbero una nota a parte i rivenditori online che ignorano le regole e fanno quello che vogliono. Italiani in primis.

Considerazioni finali su CSM e gli sconti indiscriminati


In conclusione, saldi e promozioni disponibili tutto l’anno non sono solo un sintomo di un sistema malato; ne sono una delle cause principali. Incoraggiano acquisti compulsivi e sostengono un modello produttivo insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico. Per promuovere modelli di consumo più sani, è necessario spezzare questo ciclo.

Sebbene apprezziamo gli sforzi di CSM per limitare gli sconti indiscriminati, un cambiamento reale richiederà una trasformazione più ampia del settore. Brand e showroom devono rivedere le loro richieste ai rivenditori. Inoltre, tutti gli attori coinvolti devono collaborare per creare un sistema che valorizzi la qualità rispetto alla quantità. Sostenibilità rispetto ai guadagni a breve termine.

In definitiva, la domanda rimane: l’industria della moda è pronta a compiere questo passo coraggioso verso un futuro più sostenibile?

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