Milano Fashion Week AI25/26 parte con la nuova misura di Gucci e l’ottimismo di Capasa
Tra una visione per il futuro della moda e l’illusione del lusso?
La Milano Fashion Week AI25/26 si è aperta con Gucci che ha presentato la sua collezione post-De Sarno, accompagnata da una dichiarazione audace di Carlo Capasa, presidente della CNMI, sullo stato del lusso. Quello che emerge è stato un netto contrasto tra il linguaggio ottimistico del settore e le dure realtà del mercato.
Milano Fashion Week AI25/26 : Gucci, una riflessione cauta ma radicata nel patrimonio
Accompagnata da una colonna sonora di Justin Hurwitz, immersiva, coinvolgente, eseguita da un’orchestra dal vivo, con uno sfondo Castleton Green. Con questo scenario, la collezione Autunno – Inverno 25/26 di Gucci ha segnato un momento di transizione per il brand. Senza un direttore creativo al timone, la collezione ha evitato l’eccessiva sperimentazione creativa vista durante la gestione di Alessandro Michele. Figura che aveva dirottato il brand allontanandolo del tutto dalla sua identità originale. Invece, questa stagione Gucci ha proposto un’estetica misurata, ispirata agli archivi dagli anni ’60 agli anni ’90, fondendoli in una immagine elegante e moderna. Il risultato è stata una chiara dichiarazione di lusso. Interpretazione che ha messo in mostra l’eccellente lavoro di un gruppo di venti giovani designer, applauditi alla fine della sfilata. Un meritato bravo al team!
Indubbiamente, questo approccio contenuto sembra una risposta deliberata al panorama del lusso in evoluzione. Tuttavia, per marchi di lusso con una storia così ricca come Gucci, la strada da seguire potrebbe essere proprio questa: bilanciare tradizione e contemporaneità, patrimonio identitario, eleganza e ispirazione d’archivio con un tocco moderno.
La dichiarazione di Capasa: una narrativa discutibile
In contrasto con l’ottimismo cauto di Gucci, le dichiarazioni di Carlo Capasa hanno suscitato maggiore polemica. Il presidente della CNMI ha respinto le preoccupazioni riguardo a un rallentamento del lusso, definendolo un semplice “riassestamento”.
“Il lusso non sta soffrendo; si sta riassestando.”
Capasa ha indicato i brand che performano bene a livello globale come prova della resilienza del settore. Inoltre, ha espresso fiducia nella capacità della moda di navigare momenti complessi. Sebbene il suo ottimismo sia comprensibile, visto il suo ruolo di promotore del settore, sembra in contrasto con la realtà del mercato. I dati suggeriscono che il lusso sta effettivamente rallentando, con molti brand che affrontano una significativa incertezza. Il fatto che alcuni marchi stiano performando bene, forse grazie a budget importanti, li rende semplicemente delle eccezioni. Questo non cancella le difficoltà affrontate dalla maggioranza.
Il quadro generale: il lusso si sta adattando o sta lottando?
Mentre la Milano Fashion Week AI25/26 si svolge, il divario tra le narrazioni ufficiali del settore e le realtà del mercato diventa sempre più evidente. La collezione più misurata di Gucci riflette un brand che risponde con cautela ai cambiamenti economici. Ma questo “riassestamento” è un segno di resilienza? O è un momento di resa dei conti per un settore che ha bisogno di una reinvenzione strategica?
Milano Fashion Week AI25/26 : due punti salienti dell’apertura
La sfilata di Gucci AI25/26 segnala un potenziale ritorno alle origini, privilegiando il proprio patrimonio rispetto alla sperimentazione. Forse questo segna la fine dell’esplorazione di percorsi senza senso e un rinnovato focus su ciò che il brand sa fare meglio.
Una riflessione finale: l’industria del lusso è davvero in controllo del proprio destino? O sta semplicemente reagendo al cambiamento inevitabile? Mentre il mondo della moda si riunisce a Milano, queste domande restano sospese, sfidando le narrazioni di ottimismo e resilienza che dominano i titoli dei giornali.
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