PFW FW25: Cosa ci insegnano i brand heritage su identità e atemporalità

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Come i brand heritage restano rilevanti senza reinventarsi radicalmente


Ora che la Paris Fashion Week FW25 si è conslusa, riflettiamo su ciò che i brand heritage ci insegnano su identità e atemporalità.

Infatti, uno degli aspetti più sorprendenti di questa stagione è stato il rinnovato senso di identità. Una qualità che negli ultimi anni si era diluita, portando i brand a perdere ciò che li rendeva unici. Inoltre, i brand oggi sembrano aver bisogno di approcci flessibili e ispirati. Non di strategie rigide o narrative guidate esclusivamente dal marketing.

Altrettanto degna di nota è stata la natura contenuta di molte sfilate, con una riduzione evidente di eccessi non necessari. Sebbene questo potrebbe suggerire una svolta verso pratiche più consapevoli, riflette più una cautela finanziaria in tempi incerti che un reale impegno verso la sostenibilità. In effetti, la sostenibilità sembra aver perso il suo ruolo chiave di strumento di marketing.

Brand heritage: parliamo di stile, non solo di designer


Chanel è rimasta inconfondibilmente Chanel, dimostrando che i brand heritage possono prosperare con un team di design forte. Nonostante l’assenza di un direttore creativo, la collezione è stata concepita in modo impeccabile, intrecciando i temi cari a Madame Coco. (Guarda la sfilata qui). Per le maison heritage, la vera domanda è: il focus dovrebbe essere sul designer al timone o sullo stile e sulla maestria artigianale senza tempo?
Detto questo, sarà interessante vedere cosa porterà la visione di Mathieu Blazy la prossima primavera.

Miu Miu, d’altra parte, è stata autenticamente Miuccia. Femminile ma sovversiva, la collezione ha catturato l’eleganza degli anni ’50 con un tocco ribelle: reggiseni a punta, borse portate nella piega del braccio, accessori vintage e gioielli dorati e vistosi. Cosa c’è di più autentico di Miuccia Prada che rimane fedele alla sua visione per Miu Miu? Femminile, chic e inconfondibilmente sua – un’impronta forte e chiara. (Guarda la sfilata qui). Tuttavia, ci piace credere che le pellicce siano finte.

Considerazioni finali


In conclusione, i brand heritage hanno dimostrato che la timelessness non si basa su una reinvenzione radicale, ma sulla fedeltà a un’identità distintiva. Chanel ha dimostrato che un design solido può sostenere il valore di un brand, anche senza un direttore creativo stellare. Invece Miu Miu ha ribadito il potere di una designer con una visione chiara e incrollabile.

Forse questa stagione segnala un cambiamento, non verso una reinvenzione incessante, ma verso un’affinamento. Verso una coerenza e una comprensione più profonda di ciò che rende un brand unico. In un panorama spesso dominato da espedienti di marketing, la moda potrebbe riscoprire il valore dell’autenticità.

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