(Un)Sustainable Fashion Awards 2025: L’evento di greenwashing alla Milano Fashion Week

Reading Time: 4 minutes

Un green carpet durante la Milano Fashion Week per celebrare il più grande paradosso della moda


Il 27 settembre, il Teatro Alla Scala ha ospitato i CNMI Sustainable Fashion Awards 25, l’evento ufficiale del green carpet per la Milano Fashion Week SS26. La sua missione: celebrare gli innovatori e le case di moda italiane, che apparentemente guidano il settore verso un futuro sostenibile.

L’evento, organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana in collaborazione con l’UN Alliance for Sustainable Fashion, ha promesso di onorare coloro che si sono distinti per la loro “visione, innovazione, impegno per l’artigianalità, economia circolare, diritti umani, giustizia ambientale e biodiversità”.

Un simbolico tappeto verde ha accolto ospiti come Anna Wintour e Naomi Campbell, che hanno indossato outfit realizzati con materiali sostenibili, presentando un fronte unito per un’industria della moda più verde.

La celebrazione: nove premi “green”


La cerimonia ha consegnato nove premi, ciascuno rivolto a un pilastro fondamentale della sostenibilità:

  • The SFA Craft and Artisanship Award: Tod’s Group
  • The SFA Circular Economy Award: Regenesi
  • The SFA Biodiversity and Water Award: Ermenegildo Zegna Group
  • The SFA Climate Action Award: Schneider Group
  • The SFA Diversity and Inclusion Award: Willy Chavarria
  • The SFA Groundbreaker Award: Aura Blockchain Consortium
  • The SFA Education of Excellence Award: Kiton
  • The SFA Human Capital and Social Impact Award: Saheli Woman
  • The Bicester Collection Award for Emerging Designers: The Sake Project

Il culmine della serata ha visto Anna Wintour consegnare il nuovo Legacy Award a Giorgio Armani.

Tuttavia, in base a tutti i resoconti ufficiali, è stata una notte di trionfo: una consolidazione delle missioni sostenibili dei brand, ampiamente coperta dalla stampa come un passo avanti positivo.

Eppure, secondo l’Ansa: “I pubblici ministeri chiedono l’amministrazione giudiziaria per Tod’s. La Procura di Milano ha richiesto che il produttore di calzature di lusso Tod’s spa venga posto sotto amministrazione giudiziaria per presunto sfruttamento dei lavoratori in fabbriche gestite da cittadini cinesi all’interno della sua filiera produttiva, hanno riferito fonti all’ANSA mercoledì, confermando una notizia di Reuters.”

D’altronde, è addirittura paradossale, con tutti i brand finiti sotto inchiesta per sfruttamento del lavoro. Tod’s è semplicemente l’ultimo nome aggiunto alla lista. Come valuta il CNMI questo particolare aspetto della “sostenibilità”?

Sustainable Fashion Awards: ma cosa significano davvero?


E così, per una notte, tutte queste persone hanno indossato materiali sostenibili. I titoli dei giornali celebravano una visione green. I brand sono stati acclamati.

Ma è qui che dobbiamo fermarci e chiedere: cosa significa tutto questo, in realtà? Qualcuno, lì presente, ha un’idea di cosa significhi “sostenibile”?

Un singolo premio cancella l’enorme modello di produzione lineare di un brand? Giustifica l’immenso uso di acqua e suolo di una filiera globale? Indossare un solo outfit sostenibile sul red carpet rende sostenibile l’intera casa di moda presente? Davvero, di cosa stiamo parlando?

Sostenibilità: la scomoda verità


La scomoda verità è questa: la vera sostenibilità nell’industria della moda, così come opera attualmente, è un mito.

Celebrare la “Moda Sostenibile” in una galà di premi scintillante è il più grande paradosso del settore. Questi premi creano l’illusione del progresso mentre il sistema centrale — costruito su sovrapproduzione, iperconsumo e filiere globalizzate e opache — rimane fondamentalmente immutato.

Alcune collezioni sostenibili o esperimenti sui materiali non sono sufficienti per compensare l’impronta ambientale e sociale di un’industria da migliaia di miliardi di dollari.

Per essere veramente sostenibile, l’industria della moda non avrebbe bisogno di premi; avrebbe bisogno di essere rifatta da zero. La natura stessa di queste cerimonie ne espone l’inerente contraddizione, un punto perfettamente illustrato da un estratto dal nostro libro This is Greenwashing, che include un curioso aneddoto:

“Mentre il nome suggerisce un riconoscimento dei progressi verso la circolarità o la sostenibilità, questi premi raramente vanno a piccoli brand indipendenti. Invece, mettono sotto i riflettori le stesse grandi case di moda – quelle con le più grandi impronte ambientali e budget di marketing.
In un’edizione dei Green Carpet Fashion Awards, il designer Antonio Marras ha presentato un vestito interamente realizzato con tessuti riciclati. Tuttavia, poiché i tessuti non provenivano da marchi certificati come sostenibili, la giuria gli ha chiesto di rifare l’abito da zero. L’ironia di questo aneddoto è sconcertante—si tratta di promuovere il riciclo, o di spuntare caselle di certificazione? E davvero, c’è qualcosa di più insostenibile di così?”

Eppure eccoci qui, a celebrare qualcosa che non esiste nemmeno. Questa storia incarna l’intero paradosso. Non si tratta di sostanza; si tratta di spettacolo. Con i Sustainable Fashion Awards 25, non stiamo celebrando la sostenibilità. Stiamo celebrando la sua illusione, accuratamente costruita attraverso il branding.


Vuoi imparare a riconoscere l’illusione verde?
Scopri di più in This is Greenwashing.

🌍 Acquista l’eBook (edizione in inglese) sul tuo store digitale preferito: https://books2read.com/u/bpgxOX

L’edizione italiana sarà disponibile tra pochi giorni!

Lascia un commento