Microplastiche nei nostri corpi – Cosa ci dice la scienza
Questo post, il secondo di una serie in tre parti, esplora l’impatto delle microplastiche sulla salute, esaminando le ultime scoperte scientifiche e le loro implicazioni per la salute umana. Si basa sulle informazioni emerse dall’evento di divulgazione scientifica del novembre 2024, Microplastiche e salute umana, in cui gli esperti hanno evidenziato un problema globale di primaria importanza: la presenza pervasiva delle microplastiche e la loro crescente minaccia per la salute umana.
Nel post precedente, abbiamo esplorato la natura delle plastiche e delle microplastiche, nonché le potenziali soluzioni. Oggi approfondiamo i rischi delle microplastiche per la salute e le scoperte scientifiche fatte finora.
(Potete guardare la conferenza qui e qui).
“Impatto delle micro- e nanoplastiche sulla salute umana”
Prof. Claudio Fenizia, Professore di Immunologia, Università di Milano: “Impatto delle micro- e nanoplastiche sulla salute umana.” Per comprendere la portata del problema, esaminiamo innanzitutto come le microplastiche siano diventate una parte ineludibile del nostro ambiente, e dei nostri corpi.
La plastica è diventata una parte indispensabile della vita moderna. È economica e duratura, caratteristiche che la rendono onnipresente. Oggi è quasi impossibile trovare un oggetto che non contenga plastica. Tuttavia, questa comodità ha un costo.
Nel mondo occidentale, una persona utilizza in media circa quattro imballaggi di plastica monouso al giorno. In un anno, questo equivale a 1.500 imballaggi pro capite, pari a 90 kg di rifiuti di plastica. Solo nel 2020, sono state prodotte globalmente decine di milioni di tonnellate di plastica, con circa 8 milioni di tonnellate che entrano negli oceani ogni anno. Questi rifiuti di plastica si accumulano, formando enormi isole di spazzatura. La prima di queste isole è stata scoperta un decennio fa, e da allora queste formazioni sono aumentate di dieci volte ogni dieci anni. Oggi ce ne sono circa 20, che coprono circa l’1% della superficie terrestre.
I rifiuti di plastica non galleggiano solo sulla superficie degli oceani – affondano anche, depositandosi sui fondali marini. Questo fenomeno ha portato i geologi a proporre di chiamare questo strato sedimentario come parte dell’Antropocene, un’era geologica definita da una forte influenza umana.
Oltre agli oceani, le microplastiche sono state rilevate praticamente in ogni ambiente sulla Terra, dalle falde acquifere alle regioni remote non toccate dall’attività umana. Sono persino presenti nell’aria che respiriamo.
Come si formano le microplastiche
Le microplastiche si generano attraverso l’attrito meccanico, come l’usura dei pneumatici sulle strade, il lavaggio di indumenti in poliestere e l’esposizione della plastica ai raggi UV, al calore o al freddo. Questi processi frammentano gli oggetti di plastica più grandi in micro- e nanoparticelle, che si accumulano come parte del particolato inquinante (PM10 o PM2.5).
Inoltre, la frammentazione delle microplastiche rilascia additivi: sostanze chimiche aggiunte alla plastica per ottenere determinate proprietà. Molti di questi additivi sono tossici, aggravando ulteriormente l’inquinamento. Pertanto, la miscelazione di additivi durante il riciclo della plastica solleva dubbi sulla vera sostenibilità delle pratiche di riciclo.
Queste sono microplastiche secondarie, ottenute dalla frammentazione indesiderata di plastiche più grandi. Al contrario, le microplastiche primarie sono quelle prodotte già in dimensioni millimetriche: fertilizzanti, detergenti, vernici e cosmetici.
Come le microplastiche entrano nel corpo umano
Le micro- e nanoplastiche entrano nel nostro corpo attraverso l’inalazione, l’ingestione e l’assorbimento.
- Inalazione: sono presenti nell’aria, rendendo l’inalazione inevitabile.
- Ingestione: contaminano i pesci, i prodotti agricoli (carne e verdure) e persino l’acqua potabile. Si trovano anche negli imballaggi alimentari, specialmente quando si degradano. Oggetti di uso quotidiano come spazzolini da denti, smalto per unghie e penne contribuiscono all’ ingestione di microplastiche. Studi hanno rilevato microplastiche nell’intestino e nelle feci umane, con i neonati come i più esposti – le loro feci contengono 14 volte più microplastiche rispetto a quelle degli adulti.
- Assorbimento: le microplastiche sono state trovate nei polmoni, nel sangue e persino negli organi umani. Sono state rilevate nelle placche aterosclerotiche, nel cervello, negli organi genitali maschili, nello sperma, nella placenta e nei cordoni ombelicali. Sebbene alcuni ritrovamenti, come quelli nel cervello, siano ancora in fase di revisione scientifica, la loro presenza in tessuti critici è allarmante.
La correlazione tra microplastiche e malattie
Ricerche emergenti hanno evidenziato collegamenti preoccupanti tra le microplastiche e varie condizioni di salute, tra cui:
- Aterosclerosi: Il 58,4% delle placche aterosclerotiche contiene microplastiche, spesso associate a infiammazione.
- Sviluppo fetale: le microplastiche sono state trovate nelle placente di bambini nati con ritardo di crescita.
- Cancro: i tessuti tumorali, in particolare nel fegato e nel seno, mostrano concentrazioni di microplastiche più elevate rispetto ai tessuti sani.
- Malattia infiammatoria intestinale (IBD): i pazienti con IBD hanno livelli più elevati di microplastiche nel corpo.
Sebbene questi studi dimostrino una correlazione tra l’esposizione alle microplastiche e le malattie, i meccanismi esatti rimangono poco chiari.
Impatto delle microplastiche sulla salute e sfide scientifiche nel dimostrare la causalità
In conclusione, l’impatto delle microplastiche sulla salute è una preoccupazione crescente, con scoperte scientifiche che ne evidenziano i potenziali rischi per la salute umana.
Nonostante le prove crescenti, stabilire un legame causale definitivo tra le microplastiche e specifici esiti sulla salute rimane complesso. La ricerca scientifica richiede tempo, è costosa e deve tenere conto di numerose variabili. Tuttavia, gli effetti infiammatori delle microplastiche sono ben documentati, sottolineando la necessità di cautela.
Nel frattempo, è cruciale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento da plastica e sui suoi potenziali impatti sulla salute. L’educazione e l’azione informata sono i nostri migliori strumenti per affrontare questa sfida globale.
Nel prossimo post di questa serie, esploreremo l’impatto delle microplastiche nell’industria della moda. Restate sintonizzati!