Giancarlo Giammetti: il verdetto definitivo sui direttori creativi

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Il co-fondatore di Valentino dichiara: “Lo stile va difeso come la libertà”


Al festival Forme di Roma – una celebrazione delle accademie di moda – Giancarlo Giammetti ha pronunciato quelle che potrebbero essere considerate le sue parole definitive sui direttori creativi. Tra ricordi dell’epoca d’oro di Valentino e moniti sull’industria odierna, una dichiarazione è risuonata come un grido di battaglia:

“Lo stile va difeso come la libertà.”


Il co-fondatore di Valentino è stato l’ospite d’onore del terzo incontro di Forme – Prospettive su Moda, Arte e Creatività, tenutosi il 21 e 22 marzo nell’iconico complesso Nuvola di Massimiliano Fuksas. In dialogo con Barbara Modesti, caporedattrice moda di Tg1, davanti a una platea di studenti, Giammetti ha intrecciato la sua storia personale in una lezione magistrale sui valori mutevoli della moda.

La bellezza come forma di resistenza radicale


“La vera bellezza va oltre l’estetica”, ha affermato Giammetti. “Per me e Valentino, oggi rappresenta pace e serenità.” Questa filosofia guida la loro Fondazione PM23 a Roma, in Piazza Mignanelli 23, dove moda e arte si incontrano con un preciso scopo: “Rendiamo omaggio a ciò che è sempre stato: creare bellezza attraverso l’arte e la moda.”

L’arte perduta della libertà creativa


Il suo consiglio ai giovani designer è stato netto: “Create ciò che amate. Credete in ciò che fate, nel vostro stile, e cercate di affermarlo – anche se i tempi sono cambiati.” Il confronto con le difficoltà iniziali sue e di Valentino era inevitabile: “Valentino ed io eravamo due ventenni che si sono uniti, affrontando mille ostacoli. Oggi, i tempi impongono logiche commerciali, e i designer non sono più liberi di creare. Il sistema esige valori economici. Ma i veri valori sono quelli legati alla solitudine, alla libertà e alla bellezza.”

Inoltre, ha ricordato l’illuminazione di Valentino a Barcellona: “Donne spagnole in rosso all’opera, fiori cremisi ovunque – quello divenne il suo rosso. Non un Pantone, ma sangue e passione resi visibili.”

Creatività, non algoritmi


Giammetti è stato pungente nel descrivere il declino digitale della moda: “Cenavamo con Warhol; Valentino dedicava collezioni a Basquiat. L’arte è sempre stata fondamentale per lui.”
E oggi? I designer creano per la fame di Instagram, non per la vita delle donne. “Non avevamo bisogno di fare scalpore in passerella o di mandare messaggi. Oggi, con i social, sembra che i designer facciano abiti più per le foto online che per le donne.

Pur lodando il talento in sala, ha lanciato un avvertimento: “Difendete il vostro stile. Oggi i direttori creativi si piegano alle volontà aziendali – l’epoca di Valentino, quella con atelier di quattro persone, è finita.”

Eredità vs. hype: Giancarlo Giammetti – il verdetto definitivo sui direttori creativi


Poi è arrivata la sua critica più tagliente, pronunciando il verdetto definitivo sui direttori creativi:

“Il rapporto tra heritage di un brand e il strategia aziendale deve essere rispettato dai creativi. Non si tratta di copiare l’archivio, ma neanche di trasformarlo in una buffonata.”


Un chiaro riferimento, non detto ma palpabile, al passato di Alessandro Michele a Valentino.

Giancarlo Giammetti: sostegno ai giovani creativi


Quando gli è stato chiesto un aneddoto preferito, Giammetti ha risposto: “Eravamo in visita dalla Regina Elisabetta, e Valentino disse: ‘Vostra Maestà, posso presentarle il mio assistente?’ Stavo morendo.”
La platea è scoppiata a ridere – e poi in un applauso scrosciante – quando ha confermato la missione della Fondazione Garavani: “Sostenere i giovani creativi.”

Considerazioni finali


A Forme – Prospettive su Moda, Arte e Creatività, Giancarlo Giammetti ha offerto una guida chiara e appassionata. Le sue riflessioni hanno racchiuso un capitolo irripetibile della storia della moda – una vera lezione per le nuove generazioni, ma anche un monito per chi ha già vissuto la giovinezza.

Il suo sostegno ai giovani è stato evidente, ma ciò che ha risuonato di più è stato il suo verdetto definitivo sui direttori creativi: rispettare l’eredità, non limitarsi a copiare l’archivio e mai trasformarlo in un circo – una saggezza di cui l’industria della moda, oggi in crisi, ha disperatamente bisogno.

In sintesi, Giammetti ha distillato sessant’anni di moda in pura dottrina:

  • Lo stile è sovranità – difendilo o lo perderai.
  • La bellezza è responsabilità – non una valuta per Instagram.
  • L’eredità non è Lego – non smontare ciò che dovresti elevare.

In un’industria che soffoca tra cambiamenti frenetici e instabilità, le sue parole hanno tracciato una rotta da seguire.

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